Appello a Macron per l'ingresso al Panthéon di André Citroën
'Imprenditore visionario sarebbe primo industriale nel mausoleo'
Un visionario, geniale fondatore di uno dei marchi più emblematici della storia di Francia, perfetta incarnazione di quello spirito di qualità, design e innovazione che ha reso grande l'industria europea: a quasi 90 anni dalla scomparsa, un comitato di oltre 60 personalità si appella al presidente, Emmanuel Macron, affinché sostenga l'ingresso al Panthéon di André Citroën (1878-1935), padre dell'omonima firma automobilistica oggi proprietà del gruppo Stellantis. André Citroën potrebbe così diventare il primo industriale ad accedere con tutti gli onori nel mausoleo repubblicano, nel cuore di Parigi, dove riposano i grandi della Patria, tra scrittori, artisti, resistenti o politici come Jean Moulin o Simone Veil. Una mossa ''dall'alto valore simbolico in un momento in cui la reindustrializzazione della Francia diventa una priorità'', si legge nella petizione on-line promossa dal Comité de Soutien André Citroën au Panthéon, pensato e promosso dall'energico nipote, Henri-Jacques Citroën. Figlio di immigrati ebrei (padre olandese, madre polacca) trasferitisi in Francia a fine Ottocento, André Citroën è ancora oggi una personalità amatissima, al pari delle sue leggendarie automobili osannate in tutto il mondo. Perfetto esempio di meritocrazia repubblicana, appassionato fin da piccolo per i libri di Jules Verne, il giovane André ottenne la cittadinanza francese a 18 anni per proseguire gli studi all'Ecole Polytechnique. La moglie, Giorgina Bingen (Genova, 12 aprile 1892 - Parigi, 20 febbraio 1955) è italiana, già all'epoca costituiscono una famiglia profondamente europea. Con lo scoppio della Prima guerra mondiale, nel 1915, i tre fratelli Citroën vengono chiamati al fronte. André perde sul campo di guerra il fratello minore, Bernard, una tragedia che lo segnerà profondamente, e non si capacita dell'inferiorità degli armamenti francesi rispetto a quelli tedeschi. Da giovane industriale attivo nel campo dei macchinari (a soli 20 anni acquistò in Polonia il brevetto per un ingranaggio dalla doppia cuspide poi divenuto il simbolo di Citroën), chiede ed ottiene un incontro al ministero della Guerra di Parigi, proponendo la creazione di una fabbrica di munizioni in grado di tener testa al nemico. Ci riuscirà in appena quattro mesi, nei terreni di Javel, a poche centinaia di metri dalla sua amatissima Tour Eiffel, contribuendo così alla vittoria finale della Francia. Sul sito industriale lungo la Senna oggi divenuto un parco a lui intitolato lavoreranno fino a 13.000 impiegati, in maggioranza donne, con asili nido, nursery, infermerie, e spogliatoi; modello prima del tempo di emancipazione femminile e tutela diritti dei lavoratori. Con la fine della guerra, nel 1919, Citroën trasforma l'industria di armamenti in una delle firme automobilistiche più importanti al mondo, producendo auto all'ultimo grido a prezzi accessibili. In dieci anni, il marchio dalla doppia cuspide si impone come primo produttore europeo e il secondo al livello mondiale. Tra l'altro, il 9, 10 e 11 maggio sul circuito Charade nei pressi di Clermont-Ferrand, verranno celebrati i 90 anni della 'Traction Avant' (1934), tra i modelli più emblematici di casa Citroën, andata in produzione poco prima della morte di André, nel 1935. L'occasione, di commemorare anche l'ottantesimo anniversario dalla scomparsa del cognato e collaboratore di origini italiane, Jacques Bingen, eroe e martire della Resistenza al nazifascismo durante la Seconda Guerra Mondiale. Dopo essere stato catturato dai nazisti nella stazione di Clermont-Ferrand, morì il 13 maggio 1944, ingurgitando una pillola di cianuro, pur du non svelare i segreti della Francia libera del generale De Gaulle.
A.Tucciarone--PV