Hiv, un podcast per affrontare al meglio l'infezione
Disponibile su Spotify, medici e pazienti si confrontano
Un dialogo simile a quello che dovrebbe avvenire nello studio medico che vede protagonisti una persona con Hiv e due medici che si confrontano su come migliorare la qualità di vita di chi vive con l'Hiv. È il format scelto per "A voce alta. Dialoghi sull'Hiv", podcast prodotto da One Podcast in collaborazione con Gilead Sciences, nell'ambito della campagna "Hiv. Parliamone ancora!", presentato oggi a Roma. La prima puntata del podcast, disponibile da oggi su Spotify, è dedicata alle terapie, all'aderenza terapeutica, al concetto di U=U (non rilevabile=non trasmissibile) e allo sviluppo delle resistenze. La seconda, disponibile a settembre, riguarderà, invece, il momento della diagnosi e sarà rivolta proprio alle persone che l'hanno ricevuta da poco. Accanto al podcast, disponibile su tutte le piattaforme a partire dal 20 giugno, la campagna rende disponibili materiali di aggiornamento per i medici sul rischio di sviluppo di resistenze. L'iniziativa si inserisce nella più ampia campagna "HIV. Ne parliamo?", partita a novembre 2023 per porre l'attenzione su quegli aspetti della vita delle persone con Hiv che possono essere migliorati, dagli aspetti psicologici alle relazioni con gli altri, alla corretta assunzione della terapia. "Da oltre 35 anni siamo accanto alle persone con Hiv. E se all'inizio di questo percorso il nostro impegno era tutto focalizzato nel trovare soluzioni salvavita, ora che le abbiamo trovate e le persone con Hiv possono avere un'aspettativa di vita paragonabile a chi non ha l'infezione, è nostro dovere impegnarci a migliorare la qualità di questo tempo, sviluppando soluzioni terapeutiche sempre più efficaci e promuovendo una corretta informazione e un maggior dialogo tra medici e pazienti", dice Gemma Saccomanni, senior director Public Affairs di Gilead Sciences. "La campagna "Hiv Ne parliamo?" è un'iniziativa fondamentale in questo senso perché offre strumenti concreti a clinici e pazienti per costruire un rapporto di fiducia e migliorare la relazione di cura a favore delle persone che vivono con Hiv", conclude Saccomanni.
A.Fallone--PV