Tumore della cervice, meno morti usando meglio farmaci esistenti
Chemioterapia prima di chemioradioterapia riduce rischio del 40%
Una terapia sperimentale basata su farmaci esistenti e già approvati, ha portato a una riduzione del 40% del rischio di morte in pazienti con tumore al collo dell'utero. Lo mostrano i risultati di uno studio di fase tre, pubblicato sulla rivista The Lancet, che ha portato i ricercatori a chiedere di includere questo approccio nelle linee guida internazionali. Il cancro della cervice uterina colpisce è il quarto tumore più comune nelle donne a livello globale, colpisce soprattutto sotto i 45 anni, con circa 660.000 nuovi casi e 350.000 decessi ogni anno. Il tasso di sopravvivenza a cinque anni è intorno al 70%. La chemioradioterapia, una combinazione di chemioterapia e radioterapia, è il trattamento standard, ma la malattia ritorna fino al 30% dei casi. Il team di ricerca dell'Ucl (University College di Londra) ha reclutato, da ospedali nel Regno Unito, Messico, India, Italia e Brasile, 500 pazienti che avevano ricevuto una diagnosi di cancro cervicale, non operabile ma non ancora diffuso in altre parti del corpo. Le donne sono state assegnate in modo casuale a ricevere chemioradioterapia standard o un ciclo iniziale di sei settimane di chemioterapia seguito da chemioradioterapia standard. Dopo cinque anni, il 72% di coloro che avevano ricevuto il trattamento standard era vivo e il 64% non aveva visto il cancro tornare o diffondersi. Nel gruppo di trattamento standard, le percentuali erano rispettivamente dell'80% e del 73%. Ciò equivale a una riduzione del 40% del rischio di morte e a una riduzione del 35% di ritorno della neoplasia. "Si tratta del più grande guadagno in termini di sopravvivenza dall'adozione della chemioradioterapia nel 1999", spiega Mary McCormack, ricercatrice principale dello studio, "è un approccio semplice che fa una differenza positiva, utilizzando farmaci che sono economici e già approvati. È già stato adottato da alcuni centri oncologici e non c'è motivo per cui non debba essere offerto a tutte". "Il costo incrementale per l'utilizzo dei farmaci nella sperimentazione Interlace - precisa il professor Jonathan Ledermann, autore principale dello studio dell'Ucl Cancer Institute - è basso, ciò rende questo trattamento facilmente implementabile".
O.Pileggi--PV