Il 20% obesi ideale per chirurgia, solo il 2% ne usufruisce
Tra i motivi le disparità regionali in Italia e in Europa
Fino al 20% delle persone con obesità potrebbe, secondo i criteri internazionali, beneficiare della chirurgia bariatrica, ma si stima un'aderenza del 2-3%. Ancora insufficiente in Italia il numero di centri specializzati, con costi aggiuntivi per chi vuole accedervi. "La situazione sui trattamenti per l'obesità in Italia e in Europa varia notevolmente, con disparità regionali significative", spiega Francesco Giorgino al 30/mo Congresso nazionale della società italiana di diabetologia, in corso a Rimini. Oltre alla chirurgia esistono soluzioni non chirurgiche: terapie comportamentali, trattamenti farmacologici, percorsi multidisciplinari per standardizzare i trattamenti a livello territoriale. Diversi i farmaci approvati, con più meccanismi di azione: orlistat riduce l'assorbimento dei grassi nell'intestino; gli agonisti Glp-1 liraglutide e semaglutide aiutano a ridurre l'appetito e migliorare il controllo glicemico; la combinazione naltrexone-bupropione agisce sui centri cerebrali della fame e sull'umore. "Nuovi trattamenti in sperimentazione potrebbero offrire ulteriori opzioni terapeutiche", sottolinea Giorgino. "Nuove terapie, come tirzepatide, agiscono su Glp-1 e Gip, potenziando sazietà e metabolismo glico-lipidico". Con tirzepatide si è registrata "una perdita fino al 20-25% del peso". Terapie come la cognitivo-comportamentale (Cbt), sono "fondamentali per aiutare i pazienti a modificare lo stile di vita. Identificano e correggono i comportamenti disfunzionali, migliorano la gestione dello stress e promuovono abitudini salutari", evidenzia il professore. Cruciale lo sviluppo tecnologico, grazie ad app di monitoraggio anche per favorire l'aderenza terapeutica, da cui dipende l'efficacia dei trattamenti. Tutto ciò si scontra con l'asimmetria delle realtà territoriali: "Paesi virtuosi come Svezia e Norvegia sono esempi virtuosi: politiche integrate di prevenzione, diagnosi precoce e opzioni farmacologiche disponibili, programmi di educazione alimentare, promozione dell'attività fisica e accesso facilitato a trattamenti farmacologici e chirurgici", afferma Giorgino, che segnala: "Il Parlamento italiano ha riconosciuto l'obesità come una malattia cronica, e sono in implementazione ulteriori disposizioni legislative per rendere effettivo tale riconoscimento".
S.Urciuoli--PV