Salutequità, 'Ssn senza strategia, Piano sanitario ha 18 anni'
Aceti: 'Inefficace contrasto a liste d'attesa e nuovi Lea'
Dalla messa a punto di criteri oggettivi per definire il fabbisogno economico del servizio sanitario, all'aggiornamento costante dei Livelli essenziali di assistenza; dalla misurazione delle prestazioni alla messa a punto di un piano integrato per il contrasto delle liste di attesa. Sono alcune delle sette proposte per rispondere alle sfide del servizio sanitario nazionale che arrivano dal summit annuale di Salutequità in corso a Roma. È "insufficiente destinare 136,5 miliardi senza una chiara strategia", afferma il presidente di Salutequità Tonino Aceti. Le criticità individuate dall'organizzazione sono molte. La prima è l'assenza di una strategia di lungo periodo: "Abbiamo dubbi sull'efficacia delle misure che destinano circa 1 miliardo di euro all'incremento di risorse per il raggiungimento degli obiettivi di Piano sanitario nazionale sia perché l'ultimo Piano approvato risale al 2006, sia perché, dopo l'annuncio dello scorso anno del ministro di volerlo finalmente aggiornare, a oggi non se ne sa ancora nulla", spiega Aceti. "E se il Piano non si aggiorna, si continuerà a finanziare il servizio sanitario nazionale senza avere una programmazione sanitaria e una visione chiara su priorità, obiettivi e azioni da mettere in campo". Altro ritardo è quello sul Patto per la Salute, fermo al 2021. Dubbi anche sull'efficacia delle misure per il contrasto delle liste d'attesa: "50 milioni di euro per il 2025 e 100 milioni per il 2026 rischiano di non incidere come potrebbero sull'accessibilità alle cure se le Regioni continueranno a essere misurate su indicatori vecchi sui quali quasi tutte risultano già adempienti", prosegue Aceti. Nè va meglio sui Lea: "I nuovi finanziamenti vincolati per l'aggiornamento dei Lei potrebbero non essere utilizzati come già accaduto per l'entrata in vigore dei nuovi Lea con ben 7 anni di ritardo". Critiche anche alla legge bilancio: è "a rischio l'accesso all'innovazione terapeutica per i pazienti a causa delle misure che precludono nuove valutazioni di innovatività su nuove indicazioni terapeutiche per farmaci che l'hanno già ottenuta 6 anni prima", conclude Aceti.
G.Riotto--PV