Pallade Veneta - Tracciato il destino del Sistema solare dopo la fine del Sole

Tracciato il destino del Sistema solare dopo la fine del Sole


Tracciato il destino del Sistema solare dopo la fine del Sole
Tracciato il destino del Sistema solare dopo la fine del Sole

Mercurio, Venere e Terra inghiottiti, asteroidi e lune distrutti

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Quando il Sole morirà, Mercurio e Venere verranno inghiottiti: molto probabilmente lo stesso destino toccherà alla Terra, mentre alcuni asteroidi della fascia principale tra Marte e Giove, così come alcune lune di Giove, deraglieranno dalle loro orbite e finiranno in pezzi prima di cadere nella stella morente. Uno scenario davvero catastrofico, quello tracciato dallo studio pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society da un team internazionale coordinato dall'Università di Warwick, in Gran Bretagna. La ricerca si basa sull'osservazione di tre nane bianche, ovvero tre stelle alla fine del loro ciclo vitale, proprio come il nostro Sole tra circa cinque miliardi di anni. Nello specifico, i ricercatori hanno monitorato le tre stelle per 17 anni, misurando le variazioni di luminosità dovute al transito caotico dei detriti generati dalla distruzione di asteroidi, lune e pianeti in orbita, in modo da ricostruire l'evoluzione di questi sistemi planetari. La prima nana bianca (ZTF J0328−1219) apparentemente stabile negli ultimi anni, ha rivelato tracce di un grave evento catastrofico avvenuto intorno al 2010. La seconda stella (ZTF J0923+4236) si è oscurata in modo irregolare ogni due mesi e in quei momenti ha mostrato una variabilità caotica nell'arco di minuti, prima di riprendere nuovamente a brillare. La terza nana bianca analizzata (WD 1145+017), secondo le osservazioni fatte nel 2015, si è comportata in linea con le previsioni teoriche, con una grande variabilità per quanto riguarda i transiti che ora non ci sono più. "Il sistema, nel complesso, sta diventando gradualmente più luminoso, man mano che si disperde la polvere prodotta da collisioni catastrofiche intorno al 2015", spiega il professor Boris Gaensicke dell'Università di Warwick. "La natura imprevedibile di questi transiti può far impazzire gli astronomi: un minuto sono lì e il minuto dopo non ci sono più. E questo indica l'ambiente caotico in cui si trovano".

O.Pileggi--PV