Pallade Veneta - Il virus dell'aviaria è arrivato anche in Antartide

Il virus dell'aviaria è arrivato anche in Antartide


Il virus dell'aviaria è arrivato anche in Antartide
Il virus dell'aviaria è arrivato anche in Antartide

Rilevato in uccelli e mammiferi

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Il virus dell'influenza aviaria H5N1 ha raggiunto anche l'Antartide, dove è stato rilevato sia negli uccelli sia nei mammiferi. Lo indica la ricerca pubblicata sulla rivista Nature Communications dal dipartimento di Virologia dell'Agenzia britannica per la salute di pianete e animali, Apha. I dati costituiscono la prima dimostrazione reale di quanto il virus dell'aviaria si sia diffuso geograficamente, al punto da costituire ormai una minaccia per gli animali selvatici che vivono nelle regioni più remote del mondo, come l'Antartide. Quest'ultimo continente era finora rimasto indenne dall'invasione di molte malattie infettive che in altre regioni hanno colpito la fauna selvatica, ma a rompere questo prezioso isolamento è arrivato il virus H5N1, come dimostrano i dati raccolti fra il 2022 e il 2023 dal gruppo dell'Apha guidato da Ashley Banyard e del quale fa parte il virologo italiano Marco Falchieri, che da anni lavora in Gran Bretagna. Nella campagna di ricerca, condotta nelle isole Falkland e nella Georgia del Sud, il virus H5N1 è stato identificato in molte specie di uccelli, alcune delle quali molto comuni nel continente antartico come gli Skua, e poi negli zigoli e nelle sterne; fra gli animali marini, il virus è stato rilevato nelle foche elefante. Le prime analisi genetiche indicano inoltre che il Sudamerica è stato fra le probabili vie d'ingresso del virus, attraverso i movimenti degli uccelli migratori. Per i ricercatori la scoperta del virus H5N1 in Antartide solleva preoccupazioni sulla vulnerabilità della fauna selvatica a malattie finora assenti nel continente Per questo ritengono opportuno analizzare in dettaglio la circolazione del virus nell'ecosistema antartico. In generale osservano che è importante mettere a punto misure preventive e attuare una sorveglianza continua al fine di mitigare i rischi per la fauna selvatica nelle aree remote come l'Antartide.

M.Romero--PV