Una nuova molecola promettente contro l'antibioticoresistenza
Studio internazionale con Università di Trieste tra partecipanti
Sintetizzato un nuovo composto antibatterico che promette di essere un ottimo candidato per la lotta all'antibiotico resistenza. Il risultato, pubblicato sulla rivista Science Advances, si deve allo studio internazionale coordinato dal Centro interdisciplinare di nanoscienze di Marsiglia, con la collaborazione di enti e centri di ricerca, tra cui il laboratorio di Biologia e nanotecnologia del dipartimento di Ingegneria e architettura dell'Università di Trieste. "La principale minaccia è rappresentata dal gruppo dei batteri eskape, particolarmente virulenti e resistenti agli antibiotici", spiega Sabrina Pricl, tra i ricercatori dello studio e professoressa associata di ingegneria chimica all'ateneo triestino. "Da qui l'esigenza di sviluppare nuovi agenti antibatterici che siano in grado di uccidere i batteri, non siano tossici per gli organismi che li assumono e non inducano la comparsa di ulteriori resistenze farmacologiche". La molecola sintetizzata dai ricercatori, un dendrimero anfifilico, chiamato AD1b, si è dimostrata altamente efficiente - informa una nota - contro tutti i batteri Gram-negativi, inclusi ceppi resistenti ai farmaci come Escherichia coli e Acinetobacter baumannii. Il composto interagisce con il batterio con un innovativo meccanismo d'azione: si lega ai fosfolipidi della membrana batterica, come il fosfatidilglicerolo e la cardiolipina, causando la distruzione della membrana e il conseguente collasso del metabolismo cellulare, portando alla morte del batterio, senza danneggiare le cellule sane e minimizzando il rischio di sviluppare nuove resistenze. Nei test preclinici, precisa la nota, "la molecola ha dimostrato una forte attività antibatterica e una grande sicurezza, con una bassissima tossicità e nessun effetto emolitico; risultati poi confermati nei test condotti in vivo". Dopo 30 giorni di esposizione al composto non si è inoltre riscontrato alcun tipo di resistenza; al contrario, si è osservato un drastico abbattimento della carica batterica negli animali infetti. "Questa molecola potrebbe aprire la strada a terapie più sicure e mirate" spiega Pricl. I ricercatori triestini hanno lavorato alla progettazione della molecola AD1 e preso parte allo studio computazionale, impiegando simulazioni di dinamica molecolare per studiare l'interazione tra AD1b e la membrana batterica, applicando metodologie avanzate supportate dalle risorse di supercalcolo del Cineca. Il progetto di ricerca è stato finanziato con fondi Pnrr.
D.Vanacore--PV