Pallade Veneta - Malofeev diventa grande con la Filarmonica della Scala e Chailly

Malofeev diventa grande con la Filarmonica della Scala e Chailly


Malofeev diventa grande con la Filarmonica della Scala e Chailly
Malofeev diventa grande con la Filarmonica della Scala e Chailly

Concerto di Cajkovskij e poi Prokov'ev protagonisti pure in tour

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E' biondo e giovane Alexander Malofeev, ugualmente biondo ma meno giovane che nelle foto nei programmi di sala ma d'altronde alla sua età gli anni contano. Ne aveva 17 quando ha debuttato con la Filarmonica della Scala e ne ha ora 22. Ieri come allora si è seduto al pianoforte per il concerto per pianoforte e orchestra di Cajkovskij, lo stesso con cui ha vinto a soli 13 anni il concorso per giovani musicisti Cajkovskij di Mosca. A dirigere questa monumentale composizione Riccardo Chailly che ha scelto di accostarlo alla infuocata sinfonia n.3 di Prokov'ev. Scelta apprezzata dal pubblico che ha gremito la Scala e applaudito prima e soprattutto dopo l'esibizione. L'attacco del concerto di Cajkovskij è uno dei più famosi al mondo, ma è nell'andantino semplice che Malofeev ha mostrato la sua purezza di suono prima dell'energia dell'allegro con fuoco finale. Il brano è scritto per grandi interpreti. Il compositore lo aveva fatto vedere per primo a Nicolaj Rubinstein nella speranza che lo volesse interpretare, ma ci sono voluti anni prima che si convincesse, grazie anche al successo mondiale, ad eseguirlo. Per il meritato bis, Malofeev ha regalato al pubblico il preludio il do diesis minore di Rachmaninov, altra composizione dall'inizio folgorante. Poi a folgorare è stato Prokov'ev di cui Chailly e la Filarmonica hanno iniziato lo scorso anno ad esplorare le pagine sinfoniche, iniziando dalla prima e dall'ultima sinfonia. La terza, nata dall'impossibilità di mettere in scena l'Uccello di fuoco, è percorsa dai ritmi ossessivi dei tormenti di Renata, innamorata dell'Angelo e chiusa nei suoi incubi, sogni ed estasi. "Fino alla fine della sua vita Prokov'ev ha cercato la provocazione, che tradotta in senso ritmico, può diventare ossessione, angoscia, pensando all'Angelo di fuoco. Ha sempre avuto questo senso di ribellione al sistema formale - ha osservato Chailly -. Pur rimanendo in un regime tonale ha adoperato la tonalità da vero Maestro, all'insegna di tutto ciò che è imprevedibile. Quando dopo quattro note sai dire chi è l'autore, vuol dire che è un gigante. E lui è uno di questi". In qualche modo lo è anche Chailly, a giudicare dall'accoglienza nella breve tournée con cui lui e la Filarmonica, insieme a Malofeev, presenteranno questo concerto a Praga il 20 maggio e in Lussemburgo il 21: entrambe le date sono soldout. Il concerto alla Smetana Hall di Praga è presentato con il titolo 'Il ritorno della leggenda'.

A.Rispoli--PV