Brendel, Essenziale il dialogo con i giovani musicisti
Pianista, 93 anni, ospite d'onore a Mantova. Qui connubio unico
(di Luciano Fioramonti) Alla bella età di 93 anni Alfred Brendel non perde la voglia di confrontarsi sul campo con i musicisti. Il pianista austriaco, che ha attraversato la seconda metà del Novecento conquistandosi la fama di uno tra i maggiori artisti contemporanei, ha chiuso l' attività concertistica nel 2008 ma continua a mettere il suo bagaglio di conoscenza a disposizione del pubblico e degli artisti che si affacciano sulla scena. ''Per me il dialogo con i giovani interpreti è essenziale - dice all' ANSA a Mantova, ospite d' onore del Festival di Musica da Camera 'Trame Sonore' - sia per conoscerne sempre di nuovi, sia per condividere con il pubblico il lavoro di approfondimento che si può svolgere con alcuni ensembles su capolavori mai esauriti, coniugando la fedeltà al testo nello studio con l'ispirazione del momento davanti al pubblico''. Brendel, impegnato in una masterclass nel Palazzo Vescovile, non manca mai di partecipare alla full immersion di cinque giorni basata quest' anno su 150 concerti e oltre 250 artisti per 16 ore di musica al giorno suggellata il 2 giugno in Piazza Santa Barbara dall' Orchestra da Camera da Mantova diretta da Alexander Lonquich, nella veste anche di solista, per il concerto per pianoforte e orchestra n. 2 di Chopin. ''Le 'Trame' di Mantova' - commenta - ci offrono un connubio inesauribile di spazi e suoni, visione e ascolto, bellezza e commozione, insomma un caleidoscopio unico, e imperdibile anche per noi artisti''. ''Attendo questi appuntamento con gioia tutti gli anni - spiega -. Ho una grande predilezione per lo straordinario equilibrio che questo festival ha raggiunto nel conciliare elementi diversi e aspetti contrastanti''. Un testimone del suo calibro come pensa sia cambiato il pubblico e il modo di proporre musica? ''Nella mia vita ho potuto attraversare alcune fondamentali riscoperte di grandi autori, a partire dalle sonate per pianoforte di Schubert fino alla rivalutazione di Liszt e Busoni, del quale ricorre quest'anno il centenario della scomparsa, che ormai sono entrati nel cuore della programmazione concertistica. E pure il rilancio di Haendel, dovuto anche alla straordinaria evoluzione della vocalità, con caratteristiche tecniche ed espressive che una volta non erano diffuse come oggi, e che hanno contribuito in misura determinante a riaffermare questo colosso tra le vette di tutta la musica, a mio parere pari a Johann Sebastian Bach''. Un altro aspetto, secondo Brendel, merita di essere considerato. ''Sono particolarmente lieto che l'attenzione alle diverse culture e provenienze abbia portato ad abbracciare talenti che una volta si sarebbero forse portati a tipi di musica meno classici: sono grato, ad esempio, di aver incontrato di nuovo e più da vicino la violinista americana Tai Murray, il cui modo di suonare mi ha entusiasmato, a cominciare da uno straordinario Bach nello spazio magico e insuperabile della Rotonda di San Lorenzo''.
D.Vanacore--PV